UNA PERLA AZZURRA IN RIVA AL MARE
Sapete come ho iniziato a scrivere? Inventando storie per i bambini delle mie amiche…Ecco una storia per la piccola Alice:
” Alice, una ragazzina delicata di dieci anni, un giorno si alzò e decise di tingersi i capelli, che erano di un morbido tono castagna, di giallo. Giallo come il sole,come la mimosa,i girasoli e la papaia.Voleva essere succosa come un frutto, profumata come un fiore, piena di calore e d’energia come il sole.Voleva volare sulla quotidianità con le ali di una farfalla appena uscita dalla crisalide,stretta ma rassicurante.Voleva percorrere l’oceano della vita con il guizzo e l’entusiasmo del delfino.Voleva……
Poi ci pensò su e decise di rimandare quella decisione. Si vestì e pettinò come tutti i giorni e stava avviandosi verso la porta per uscire quando vide Osvaldo, il canarino di casa, dondolare a testa in giù.
“Cosa fai,cosa succede?”gli domandò Alice.
“Non mi sono trasformato in pipistrello – rispose Osvaldo, che aveva il dono della parola-“ ma così osservo meglio i pellicani scendere in picchiata sull’acqua per catturare il pesce.Vedo le cose dal loro verso migliore……
Alice abitava infatti in una casa in riva al mare,piena di luce e brezza marina e dal terrazzo si potevano vedere i pesci giocare tra di loro a nascondino.Durante il giorno raccoglieva conchiglie e cavallucci marini che pitturava e vendeva ai turisti e regalava ai bambini;al tramonto insegnava a ballare ai delfini.
Infatti al calar del sole la ragazzina amava cantare e ballare finchè un giorno si accorse che alcuni delfini,attirati dalla sua voce melodiosa,sembravano ascoltarla.Incominciò allora a fare piroette per attirare ancora di più la loro attenzione,e si accorse che questa volta i delfini incominciavano ad imitarne le mosse.
Incominciò così un appuntamento giornaliero che incominciava al tramonto e finiva al calare della notte,quando la luna era alta nel cielo;i delfini si avvicinavano sempre di più a terra per veder Alice danzare e ballare loro stessi.
Osvaldo,il canarino spesso si univa a loro e disegnava nel cielo dei cerchi argentati: i delfini vi saltavano dentro con spruzzi pieni di entusiasmo.
Un giorno arrivò da lontano un pescatore di perle, pieno di ricordi e di saggezza,con il viso solcato dagli anni vissuti in mare. Si sedette sulla sabbia e incominciò a suonare una lenta melodia con uno strano strumento di madreperla,che aveva trovato sulla spiaggia in uno dei suoi lunghi viaggi nell’oceano.Il suono era intenso e vibrante e ben presto una piccola folla di abitanti marini si radunò intorno al vecchio. Cavallucci azzurri ,pescipalla gialli e neri,polipetti guizzanti e persino piccole meduse trasparenti incominciarono a giocare a girotondo al suono della musica. Poco dopo arrivarono i delfini che si unirono a loro con la consueta allegria.
E Alice ed Osvaldo?Ignari di tutto erano in casa a giocare a rubamazzetto: vinceva Osvaldo, tre ad uno, e già di pregustava il buon pranzetto, premio della sua vincita, quando una folata di vento spalancò la grande porta finestra che si apriva sul mare, e improvvisamente si accorsero della festa musicale che si stava svolgendo poco più in là.
“Presto,presto Osvaldo andiamo a vedere cosa succede,uniamoci ai nostri amici ”disse Alice
“Sei sicura che non sia una festa per soli pesci?” rispose Osvaldo che, preoccupato per le sue piume, non voleva essere costretto a buttarsi nel mare per un valzer all’acqua salata.
“Ma no, ma no io canterò per loro e tu mi accompagnerai con il tuo cinguettio”
E così fecero, e per tutto il giorno e la notte si sentì la voce di Alice esprimere tutta la sua gioia di vivere e l’amore per il mare.
“Grazie per avere allietato la mia musica e la mia giornata”disse il vecchio marinaio alla fanciulla.
“Ti regalo questa preziosa perla azzurra,trovata nei fondali del mar dei Caraibi,mi ha sempre portato fortuna e aiutato a trovare il mio cammino nella vita,te ne faccio dono per la tua generosità di spirito e il tuo calore e spero che sia sempre di aiuto anche per te”.E il vecchio partì……
Alice,un po’ commossa mise la perla in una piccola conchiglia bianca che portava sempre al collo e riprese la sua vita di sempre,ma al tramonto ogni sera, quando ballava con i delfini aggiungeva una canzone per il vecchio marinaio e gliela inviava attraverso il sussurrare delle onde…”